La mostra presenta 21 preziose stampe che raccontano la passione del fotoreporter Stefano Cigada per l’archeologia e la sua ricerca di far “palpitare” le statue antiche.
Il suo percorso si distingue dalla ricerca di altri fotografi contemporanei e pone l’accento su alcuni particolari delle statue antiche mettendone in risalto le parti danneggiate, ferite ancora vive che possono essere assimilate alla “carne viva”.
E’ la prima mostra in Italia di Stefano Cigada, fotografo che, dopo anni passati all’estero come fotoreporter in ambito marino, cambia rotta, rallenta, rientra nel suo paese d’origine e inizia a cercare un’altra forma per esprimersi, sempre con la macchina fotografica, ritrovando una vecchia passione per l’archeologia.
Le opere di Cigada accompagnano lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio insieme al senso preciso di quella frazione di secondo, quando il pezzo di pietra sembra girare, ruotare, sollevare peso, respirare, piegarsi o sospirare.
La ricerca dell’artista diventa un’ossessione: quella di far “palpitare” le statue antiche, arrivate a noi quasi mai integre, come dichiara egli stesso: “Cercando quello che manca, quello che non si vede, cercando l’infinito nel frammento”.
Viaggia in tutta Europa, visita i musei per scovare le statue di cui coglie non l’interezza ma la fragilità, mettendo a fuoco la rottura, la faglia, nell’attimo in cui quel particolare “è toccato dalla luce naturale”. Le immortala quando vengono colpite da un raggio di sole attraverso una finestra o una porta, le va a trovare in diverse ore del giorno, mese dopo mese, stagione dopo stagione. L’immobilità diviene movimento, la materia fredda del marmo rivive con l’inganno dell’effetto mimetico.
- Attività: Archivio Attività Mostre
- Dove: Sistema Musei di Roma Capitale
- Dal: 22/01/2020
- Al: 20/09/2020
- Sede: Museo di Roma in Trastevere
- Piazza Sant'Egidio 1/b - Roma
- Giorni di chiusura: lunedì
- Informazioni: tel. 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00