Paolo Antonio Paschetto

Artista, grafico e decoratore tra liberty e déco

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PASCHETTO è un nome che pochi hanno sentito nominare ma i suoi lavori di grafica e decorazione sono impressi nei ricordi di tanti, ad iniziare dall’Emblema della Repubblica Italiana fino ai bozzetti per le pubblicità della Birra Peroni e per il Piede alato sui francobolli da 50 lire espresso.

A Roma Paschetto (che è originario di Torre Pellice in provincia di Torino) si trasferisce da piccolo con la famiglia. Qui studia, lavora e vive a stretto contatto con il mondo artistico e culturale.

La città è tutt’oggi ricca di testimonianze della bravura di Paschetto che si possono vedere, a due passi dalla mostra, alla Casina delle Civette dentro Villa Torlonia ma anche nelle Sale degli Stemmi e dei Cimeli Garibaldini in Campidoglio, al Ministero degli Interni al Viminale e al Ministero dell’Istruzione a Trastevere, nel Tempio Valdese di piazza Cavour e nella Chiesa Metodista di via Firenze.

La mostra al Casino dei Principi presenta la versatile attività di Paschetto attraverso diverse sezioni che spaziano dai grandi cicli pittorici laici e religiosi ai modelli decorativi per gli interni di squisito gusto art nouveau, dalla progettazione di oggetti d’arredo e d’uso alle vetrate, fino alla produzione grafica nell’ambito della pubblicità e della filatelia.

La curiosità: la firma di Paschetto è racchiusa in un cerchio e accompagnata a un piccolo cuore, quasi a dichiarare la disposizione pacifica del suo sguardo sul mondo.

In quegli anni di inizio Novecento infatti si scopre quanto sia importante per la serenità della famiglia manifestare affetto e il cuore viene assunto a motivo decorativo. Lo fa persino il grande futurista Fortunato Depero che nel 1917 disegna per un amico, il gallerista Giuseppe Sprovieri, una seggiolina in legno laccato con un’asola a forma di cuore nello schienale e cinque anni dopo ripropone lo stesso motivo in una sedia che arreda il Cabaret del Diavolo.

Paradossalmente, il cuore, simbolo antichissimo, conferisce negli anni Dieci una patente di modernità.


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