Uno spettacolo che rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, avrà un sapore più contemporaneo. Una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte. Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto, come l’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, che vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere.